Il nemico in casa ce l'ho io
Quando ho saputo di quello che stava accadendo a Parigi ero in una bettola di Barcellona a mangiare gamberi e patate con una mia amica. La paura e la tristezza ci hanno colpito immediatamente, per quanto quell'orrore non poteva essere più lontano da dove eravamo, in quel momento di spensieratezza mangereccia. Ho pensato subito a mia figlia. La prima reazione è stata di metterci a discutere, su posizioni apparentemente distanti. Lei ricordandomi della nostra ipocrisia nel farci toccare solo da ciò che succede agli europei, dimenticando che altrove si muore ogni giorno e dimenticando quello che gli europei hanno fatto ad altri popoli. Io in qualche modo difendendo il mio dolore e, con pochissime argomentazioni valide, dicendo che non era il momento di fare la gara a quali morti contino di più. Abbiamo discusso animatamente, perché credo ci servisse a camuffare la tristezza, a finire i gamberi e le patate, e poi correre a casa. Forse tutti quelli che hanno scritto su Facebook e Twitter del loro dolore e della loro rabbia, lo hanno fatto un po' per lo stesso motivo. Io, invece, a parte nell'intimità della bettola con la mia amica, non sono riuscita a scrivere niente. Perché qualunque pensiero, per quanto di solidarietà, mi sembrava ridicolo e irrispettoso di fronte a tanto orrore.
Poi ci sono quelli che si scoprono statisti ad ogni attentato terroristico e che ritirano in ballo la "profezia" di Oriana Fallaci. Che dice che il nemico ce lo abbiamo in casa, "Ed è un nemico che a colpo d'occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all'occidentale, col permesso di soggiorno. Con l'automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco".
E allora su quello avrei una cosa da dire. Anzi, una domanda da fare.
Conoscete personalmente una persona di fede musulmana?
Vorrei presentarvi il mio compagno, il padre di mia figlia, l'amore della mia vita.
Non ha un permesso di soggiorno perché è britannico da quando è nato, in Sudan, da una madre inglese e cristiana, unica moglie di suo padre. Così come io sono la sua unica fidanzata (ecco ha quel difetto lì che ancora non mi ha chiesto di sposarlo). Non mi fracassa di botte, sono io che gli fracasso le palle spesso e volentieri. Non va in moschea ad addestrarsi, le uniche uscite sospette sono quando va a giocare a Basketball, visto che la panza comunque non gli scende. Ma l'ho seguito anche lì per verificare, sarà un problema di metabolismo. Non torna in Sudan neanche in vacanza perché crede che il suo Paese debba prendersi le proprie responsabilità e liberarsi da una classe dirigente che usa la religione per controllare le vite. Il suo coinquilino, per anni, è stato un israeliano. Mangia il maiale, ma preferisce le salsicce inglesi a quelle italiane (glie l'ho detto che non capisce niente).
Prima che entrasse nella mia vita non conoscevo nessun musulmano. Conoscevo quelli che mi entravano in casa attraverso il telegiornale, i nemici, quelli che si portavano via con la forza i figli avuti con mogli occidentali, o che segregavano la figlia perché aveva messo la minigonna, o che si facevano esplodere per raggiungere un paradiso pieno di vergini. E poi, certo, se si chiamano Mohammed o Ahmed è più probabile che ammazzino la loro moglie velata piuttosto che lo facciano nostri connazionali dai nomi poco esotici come Santo Pisano, Luca Priolo, e Luigi De Michele, per citare gli ultimi tre uxoricidi. Ed è prevedibile che i figli di quei mostri di Mohammed e Ahmed violentino le ragazzine per strada, piuttosto che lo facciano stupratori seriali come Teodoro Polito di Brindisi o Roberto Benatti di Belluno, o, figuriamoci, quel bel ragazzo di Simone Borgese che invece non ha un padre musulmano, come dice la Fallaci, ma una madre italianissima che lo ha giustificato dicendo che non ha avuto una vita facile.
Quello che voglio dire è che anche io ho avuto pregiudizi fortissimi, finché il "nemico" non l'ho avuto davvero in casa. E allora, forse, questa nuova generazione di piccoli musulmani che iniziano ad andare all'asilo con i vostri figli, anche in Italia, vi insegnerà qualcosa, come il mio compagno l'ha insegnata a me. Lo so che resta più facile scegliersi un nemico, e che sia il più diverso possibile da noi. Ma sarebbe troppo facile continuare a farlo, meglio provare a scrollarsi di dosso un po' di ignoranza. Il mio nemico in casa, adesso, siete voi.
Fatemi sapere se volete conoscere Zi, suo padre Mohammed, le sue sorelle Farida, Sophia, Yasmine. Magari vi invito al mio matrimonio quando si decide a mettersi in ginocchio con un brillocco in mano._TIW
I've got the enemy in my home
When I've heard what was happening in Paris I was in a scruffy tapas bar in Barcelona with my girl-friend, eating prawns and chips. Fear and sadness hit us immediately, even though all that horror was so faraway from us having the time of our lives. My thoughts went straight to my daughter. Our first reaction was to start arguing. My friend was reminding me of how much hypocrisy there is in feeling touched only when European people get killed, while in the rest of the world people get killed every day. I was trying to defend my sorrow, saying that it wasn't the right time to work out which victims count more and which less.
I think that we started arguing with each other just to hide the pain and fear that were invading our hearts, to manage to finish the prawns and chips and run home.
Maybe most of the people that wrote about their sorrow and their anger on Facebook and Twitter did that for the same reason. I couldn't write anything. All of my thoughts seemed to me just ridiculous and disrespectful compared to the enormity of what had just happened.
Then there are those ones that, at every terroristic attack, discover themselves to be political analysts and they start quoting the Italian journalist Oriana Fallaci that after september 11th wrote that our enemy is in our home, "He's an enemy that at first glance does not look like an enemy. Without a beard, dressed in Western fashion, with a residence permit. With the car. With family. Never mind if the family is often made up of two or three wives, never mind if the wife or wives are constantly beaten up, if he sometimes kills his blue-jeans-wearing daughter, if sometimes his son rapes the 15-year-old Bolognese girl walking in the park with her boyfriend".
Well, on this I have something to say. Actually I have a question to ask.
Do you personally know a Muslim person?
I'd like you to meet my boyfriend, my daughter's father, the love of my life.
He doesn't have a residence permit, because he was born British, from a British and christian mother that is the only wife - for 54 years - of his Sudanese father.
And I am his only girl-friend ( he's got this thing that still doesn't ask me to merry him, but we said OH YES in front of Allah).
He doesn't break my legs beating me up, I'am the one that breaks his balls. He doesn't like to go back to Sudan on holiday because he believes that his country should take responsibilities and get rid of those people that use religion to govern and control people lives. His last flat mate, for years, has been an Israeli jewish. He doesn't go to the mosque to be trained, he trains playing basketball but apparently is not enough to get rid of his belly.
Before he came into my life I didn't know any Muslim person. I only knew those who used to come into my house from the news on TV, the enemies, those who kidnapped their children and took them away from their Italian mothers, those who segregate their daughters because they wore miniskirts, those who would make themselves explode to end up in a heaven full of virgins. And, of course, it is more likely that somebody named Mohammed o Ahmed would kill their veiled wives rather than our compatriots Santo Pisano, Luca Priolo, and Luigi De Michele with such not exotic and boring names. So we can guess that Mohammed's and Ahmed's sons are more likely to rape a 15 year old girl in Bologna rather than serial rapers like Teodoro Polito from Brindisi or Roberto Benatti from Belluno, or that good-looking guy called Simone Borgese. He doesn't have a Muslim father, but a very Italian mother that justified him for raping a taxi driver saying that he had a tough childhood.
What I am saying is that I had very strong prejudices myself, until the "enemy" came into my home. So, maybe, this new generation of little Muslims that are now going to nursery with your children, in Italy as well, will teach you what my boyfriend taught me. I know that it's still easier to choose an enemy, and the more he's different from us the better. But let's try to go past the ignorance. Because at the moment the enemy in my home is you.
So, let me know if you want to meet Zi, his dad Mohammed, his sisters Farida, Sophia, Yasmine. I might invite you to my wedding, the day that he finally gets on his knees with a diamond in his hand._TIW
Yo tengo al enemigo en mi casa
Me he enterado de lo que estaba pasando en París mientras estaba con una amiga en una tasca en Barcelona, comiendo langostinos y patatas. De repente el dolor y el miedo nos ha invadido no obstante la lejanía de la tragedia. El primer pensamiento ha sido hacia mi hija. Y nuestra primera reacción ha sido la de empezar a discutir con argumentos aparentemente distantes. Ella empezó recordándome nuestra hipocresía porque nos sentimos así solo cuando nos toca tan cerca,en Europa, mientras olvidamos que en países lejanos se muere así todos los días y de lo que los europeos han hecho en esos países.Yo intentaba defender de alguna manera mi dolor y, con pocas excusas válidas, diciendo que este no era el mejor momento para ver cuales fallecidos tenían más valor. Hemos discutido mucho,tal vez para ocultar la tristeza,para acabar los langostinos y las patatas y para luego correr de vuelta a casa. Puede que todos los que han escrito en Twitter y en Facebook sobre su rabia y su dolor lo hayan hecho por la misma razón. Mientras que yo, a parte en la intimidad de la tasca juntos a mi amiga, no he podido escribir nada, ya que cualquier pensamiento, no obstante las buenas intenciones, me parecía ridículo e irrespetuoso hacia esta tragedia. Luego están los que se descubren estatistas cada vez que hay un ataque terrorista y sacan la "profecía" de Oriana Fallaci {escritora y periodista italiana, n.d.r.), que en 2001 cuenta que tenemos al enemigo en nuestras casas y que "... a primera vista no se parece a un enemigo. Sin barba, vestido como un occidental, con la tarjeta de residente. Con un coche. Con una familia. Y paciencia si la familia está compuesta por 2 o 3 esposas, paciencia si a la o las esposas les da unas buenas palizas, paciencia si de vez en cuando mata a su hija por llevar vaqueros, paciencia si su hijo viola a la quinceañera boloñesa que paseaba con su novio en el parque." Pues sobre esto sí tengo algo que decir. O mejor dicho, tengo una pregunta. Conocéis personalmente a alguien de religión musulmana? Me encantaría presentaros mi pareja musulmana, el padre de mi hija, el amor de mi vida. No tiene tarjeta de residencia porqué es británico desde que nació en Sudán de madre inglesa y cristiana, única esposa de su padre. Siendo yo su única novia (bueno tiene este defecto de no haberme pedido todavía de casarme con él). No me da palizas, más bien yo soy la que le da el coñazo cada dos por tres. No va a una mezquita para adoctrinarse,las únicas salidas sospechosas son cuando dice que va a jugar a baloncesto, ya que su barriga sigue donde mismo. Aun así he ido a comprobarlo, tiene que ser un problema de metabolismo. No vuelve a Sudán ni siquiera de vacaciones ya que cree que su País tenga que tomarse sus responsabilidades y librarse de una clase dirigente que utiliza la religión para controlar sus vidas. Durante años su compañero de piso ha sido un israelí. Come carne de cerdo, aunque prefiere las salchichas inglesas a las italianas (ya le he dicho que no entiende nada). Antes que entrara en mi vida yo no conocía a ningún musulmán. Conocía a los que entraban en mi casa a través de los telediarios, el enemigo, los que arrebataban los hijos a sus madres occidentales, o los que tenían reclusa su hija por llevar una minifalda o los que se hacían explotar para conseguir un paraíso lleno de vírgenes. Y luego, claro está, si se llaman Mohamed o Ahmed es más probable que sean ellos los que maten a sus esposas, en vez que nuestros connacionales de nombres tan poco exóticos como Santo Pisano, Luca Priolo y Luigi De Michele, solo por nombrar los últimos tres casos de uxoricidio. Así como es más probable que sean los hijos de estos monstruos llamados Mohamed y Ahmed los que violan chicas por la calle, en lugar de violadores seriales como Teodoro Polito de Brindisi o Roberto Benatti de Belluno o, piensa tu, aquel chico tan guapo, Simone Borgese, que no tiene un padre musulmán,como dice la Fallaci, pero si una italianísima madre que le ha justificado diciendo que no ha tenido una vida fácil. Lo que quiero decir es que yo también he tenido fuertes prejuicios hasta que no he tenido al "enemigo" en casa de verdad. Y entonces estos pequeños musulmanes que ahora van a la guardería con vuestros hijos puede que nos enseñen algo, así como lo ha hecho mi pareja conmigo. Ya sé que es más fácil buscarse un enemigo, al ser posible lo más diferente de nosotros mismos. Pero sería demasiado fácil seguir haciéndolo, sería mejor desprenderse de un poco de ignorancia. Mi enemigo en casa ahora mismo sois vosotros. Díganmelo si tenéis ganas de conocer a Zi, su padre Mohammed y sus hermanas Farida, Sophia y Jasmine. Tal vez os invite a mi boda cuando él se decida a ponerse de rodilla con un buen pedrusco en la mano._TIW