I bambini piangono, e tutto va bene
Mentre leggevo della nuova appassionante polemica su Twitter tra #dadbod e #mumbod – ovvero perché gli uomini col fisico a scaldabagno (o anche “fisico da babbo”) sono i nuovi sex symbol, mentre le donne con la pancia piena di smagliature post-gravidanza non sono sexy per nessuno - è apparsa la foto di questo professore durante una lezione in un’aula universitaria con un bambino di neanche un anno in braccio. La studentessa-mamma lo aveva portato con sé sperando che non scoppiasse a piangere, e invece si è realizzata una delle leggi fondamentali del neonato, quella del “piangerà non appena”:
- ti iniziano a lavare i capelli dal parrucchiere.
- finisce l’attesa al telefono e puoi parlare con un operatore.
- ti servono la cena al ristorante.
- hai finito di vantarti con un’altra mamma di quanto sia buona tua figlia che “guarda, non piange mai”.
- hai scelto di pagare alla cassa fai-da-te del supermercato, e non riesci più a fare-da-te.
- hai finalmente trovato il coraggio e la voglia di andare a fare ginnastica post-parto nella palestra dove puoi portarti anche il neonato, proprio per liberarti del tuo mumbod di cui sopra.
E ovviamente inizia a piangere non appena il professor Sydney Engelberg comincia la sua lezione. Che bello, allora, quando Sydney prende in braccio il pargolo urlante e lo calma, continuando la lezione come se niente fosse, così la sua mamma può restare.
Ora è difficile per me immedesimarmi del tutto poiché mi sono decisa ad avere un figlio solo un decennio dopo la laurea e quando, al corso di ginnastica post-parto, l’istruttrice Laura ha provato a fare la Sydney Engelberg della situazione con mia figlia, me l’ha restituita più in lacrime di prima ammettendo la sua impotenza. Ma mi sarebbe piaciuto incontrare qualche Sydney in più sulla mia strada, qualcuno che ricordi al mondo che i bambini piangono e tutto va bene; che un figlio che piange non può essere un ostacolo per una madre. Al massimo può essere una scusa per non andare più al corso di ginnastica post-parto._TIW
Babies cry, it's all right
As I was reading about the new war between #dadbod and #mumbod –why men with a boiler-shaped bodies (or the body of a drinking-beer-dad) are the new sex symbols, while women with a post-pregnancy belly full of stretch marks are not sexy for anyone – I saw the picture of this professor teaching with a baby in his arms. A student-mother had him with her at a lecture, hoping he would not burst into tears, but one of the fundamental Newborn’s laws kicked in: "He will cry as soon as":
- The hairdresser starts washing your hair.
- The wait on the phone ends and you can talk to an operator.
- You have been served dinner at a restaurant.
- You just finished telling another mother how good your daughter is and "look, she never cries."
- You have chosen to use the self-check out service at supermarket. Then require help.
- You finally find the courage and will to go to a postnatal class where you can bring babies, just to get rid of your mumbod mentioned above.
So, obviously, he begins to cry as soon as Professor Sydney Engelberg starts his lecture. What luck, then, to have a Sydney that takes the screaming infant and calms him down, continuing the lesson as if nothing had happened.
It's hard for me to identify because I had my first child over a decade after my graduation and when my gym instructor Laura tried to do a Sydney Engelberg with my daughter during a postnatal class, she promptly gave her back to me admitting failure.
But I would have loved to have met some more Sydneys through life, somebody that reminds the world that babies cry and it's all right; that a crying child should never be an obstacle for a mother. If anything, it can only be an excuse not to go to the postnatal class anymore._TIW