La casa di Mia
"Home is where the heart is" dicono. Casa è dove hai lasciato il tuo cuore. Anche se io ho sempre sostenuto che Casa è anche dove puoi farti il caffè come lo vuoi.
Per 35 anni ho avuto una sola vera casa. In una città di provincia, con attorno un grande giardino dove giocavamo a pallavolo da piccoli (io facevo solo il bager perché non riuscivo a saltare in maniera coordinata), con alberi di nocciole con cui costruivamo capanne (costruivano gli altri bambini, ma io li guardavo e davo indicazioni decisive), con un balcone pieno di fiori da cui mia madre mi chiamava urlando sempre troppo forte (poi ho scoperto che io urlo più forte).
Tutte le altre case in cui ho vissuto, anche per tanti anni, sono state disordinate come quella di Siena, affollate come quella di Egham, inospitali come quella di Cosenza, labirintiche come quelle di Napoli, ordinatissime come quella di Cagliari, accoglienti come quelle di Milano. Ma mai le ho chiamate "casa" quando c'era da tornare a casa. Da quando sei nata tu, casa è dove viviamo insieme io, te e papà. Prima era un appartamento di Londra abbarbicato su due rampe di scale troppo ripide per il mio culo pesante. Ora è una casetta al piano terra con la porta rossa. La chiami Mia's House. Ogni volta che ti senti un po’ persa o vuoi dormire, inizi a ripetere “Mia’s House”, come se fosse il rifugio finale da tutto quello che non ti piace, il posto del tuo cuore.
Qualche giorno fa ti ho detto che ce ne andremo in un'altra casa per un po’, in una città col mare. Dove non fanno i barbecue anche sotto la pioggia, ma trovano sempre una scusa buona per festeggiare. Dove ci sono meno parchi, ma gli scivoli non sono freddi quando li tocchi. Dove all’asilo non ci sarà il tuo fidanzatino Harry, ma grazie a dio l’asilo costerà un decimo di quanto costa qui. Tu mi hai guardato e mi hai detto “Mia’s House” indicando il soffitto, ma forse oltre.
Lo so che ti mancherà il giardino pieno di bzzzzzz, la moquette su cui non ci si fa male quando si cade a testa a terra, so che ti mancherà il treno che passa alla fine del recinto. Ecco a me le api, la moquette e il treno non mi mancheranno, ma tutto il resto sì. Voglio solo dirti che presto capirai che il proverbio dovrebbe essere “Casa è OVUNQUE hai lasciato UN PEZZO DEL tuo cuore”. Quindi ce ne saranno tante anche per te.
E in ognuna, oltre a un pezzo del tuo cuore, lascerai gli amici, Rita, Lisa, Emma, Jojo, Lucas, Karim, Bianca, Elia, Stella, Olivia, Rosa. Ma li ritroverai. Perché non è una sottrazione, altrimenti io a furia di lasciare pezzi di cuore in giro non ne avrei più di cuore. È sempre un'addizione. Quei pezzi di cuore restano tuoi, sono amici che ti aspettano, a cui ne aggiungerai altri. Finché avrai un cuore grandissimo. “Okay - mi hai detto, come dici sempre quando non mi capisci davvero - Mia’s house is gone!”. Allora forse stavolta hai capito.
Ora ho bisogno che qualcuno scriva una lettera a me, per convincermi che andrà tutto bene e che basterà farmi un caffè per sentirmi di nuovo a casa._TIW
Mia's House
Home is where the heart is, they say. Although I have always said that Home is also where you can make your own coffee.
For 35 years I had only one real home. In a provincial town that always felt too small, surrounded by a large garden where we used to play volleyball when we were kids (I used to only bump the ball because I could not jump without looking clumsy), with hazelnut trees we used to built huts (the others built, I watched them closely while giving decisive instructions), with a balcony full of flowers from which my mother always called me by screaming too loud. All the other houses where I lived, for many years, were messy like the one in Siena, crowded like the one in Egham, inhospitable like Cosenza, labyrinth-like like those ones in Naples, very tidy like in Cagliari, welcoming like the ones in Milan. But I never called them “home” when I had to go back home. But since you were born, home is where we live together: me, you and Daddy. First it was a London apartment perched up two flights of stairs too steep for my heavy ass. Now it is a small flat on the ground floor with a red door. You call it “Mia's House”. Every time you feel a bit lost or want to sleep, you start to repeat "Mia's House", as if it were the final refuge from all that you do not like, the place of your heart.
A few days ago I told you that we will move to another house for a while, in a city on the sea. Where people don’t do bbqs in the rain, but they always find a good excuse to party. Where there are fewer parks, but the slides are not cold when you touch them. Where your boyfriend Harry will not be in the kindergarten, but it will cost a tenth of what it costs here thank god. You looked at me and you said "Mia's House" pointing to the ceiling, but perhaps beyond. I know that you will miss the garden full of bzzzzzz, the carpet on which you can’t hurt yourself when you fall down head first, I know you’ll miss the train passing at the end of the fence. Well, I won’t miss the bees, the carpet and the train, but I will miss everything else. I just want to tell you that you will soon understand that the saying should be "home is WHEREVER you left A PIECE OF your heart." So there will be plenty of homes for you too. And in each, together with a piece of your heart, you will leave your friends, Rita, Lisa, Emma, ojo, Lucas, Karim, Bianca, Elia, Stella, Olivia, Rosa. But you will find them again. Because it’s not a subtraction, otherwise I wouldn’t have any heart left. It is always an addition. Those pieces of heart will still be yours, they are your friends that will wait for you, to which you will add more friends. Until you will have a huge heart. "Okay - you said, as you always say when you don’t really understand me - Mia's house is gone!". So maybe this time you did understand.
Now I need someone to write a letter to me, to convince me that everything will be ok and that I just need to make myself a coffee to feel at home again._TIW