Nel nome del padre, del nonno, di Allah e della Catalogna
Mia, ti piace il nome Viola per la sorellina?
No, pink!
Ah ok, e Marley?
Sì sì! E' il papà di Nemo!
Interpellare tua figlia duenne per decidere il nome di sua sorella non è una buona idea. Soprattutto se sei avellinese, fidanzata con un anglo-arabo e ti sei appena trasferita a Barcellona e quindi nella scelta sono già più o meno coinvolti soggetti provenienti da Londra-Regno Unito, Khartum-Sudan, Barcellona-Catalogna, Avellino-Irpinia e mamma da Benevento.
Se volessimo tenerci sul nome italiano: Viola diventerebbe Biola per i catalani e Vaiola per gli inglesi; se volessimo tenerci sull'arabo: Aia diventerebbe una cotoletta di pollo per gli avellinesi; se volessimo tenerci sull'inglese: Marion diventerebbe Mario per mia madre. E se volessimo omaggiare la nostra nuova patria catalana con un Gal·la tutti gli altri sarebbero estremamente confusi dal puntino. Per questo ci eravamo augurati che fosse maschio, perché avevamo già deciso che si sarebbe chiamato Ziggy, nel nome di Bowie e senza minimamente tener conto di quanto lo avrebbero preso per il culo a scuola e poi PER SEMPRE.
Con la prima figlia ci siamo tenuti due nomi fino alla fine, Mia e Andrea, dopo aver scartato Bianca perché rischiava di non esserlo, Uma perché col cognome Makki avrebbe formato quasi un Uramaki, e Nina perché nell'appello a scuola sarebbe diventata MakkiNina. La scelta di Mia, alla fine, è stato un golpe sacrosanto attuato mentre io ero in anestesia totale. Questa volta viaggiamo con una lista di oltre 20 nomi, di cui il 70 per cento impronunciabili. Una lista, per intenderci, che inizia con Mabel e finisce con Talita. La parte più faticosa è reggere il confronto col mondo esterno che ci chiede il toto-nomi.
Il Sudanese che si aspetta un nome arabo.
Makki senior: "A me piace Zara".
Io: "Anche a me, soprattutto coi saldi".
Il nonno sudanese non l'ha presa benissimo quando ha saputo che avevamo scelto il nome Mia che in arabo vuol dire "cento". A lui piaceva Nadia (Nadiyyah, delicata) che è stato infatti messo come secondo nome con virgola e che secondo me, comunque, è russo. Questa volta il Sudanese ha deciso di muoversi in anticipo, proponendo un nome il giorno stesso in cui abbiamo saputo che era femmina. Zara, che in arabo vorrà anche dire principessa, ma in avellinese, catalano e beneventano è il nome del mio guardaroba autunno/inverno e primavera/estate. Quindi ho provato a spiegarglielo, non sono del tutto sicura che mi abbia creduto.
Gli inglesi. Quelli che di solito chiamano i figli Mela, Cavolo e Estate.
"Bellissimo Marley!".
Mettere nomi che non sono nomi ma frutti, verdure, stagioni, colori, cognomi e punti cardinali è sempre stata una passione degli anglofoni. Per cui l'idea di chiamarla Marley è stata accolta con enorme entusiasmo dagli inglesi. Compresa Mia che crede sia il nome del padre di Nemo (al secolo Marlin). La tentazione di un nome esotico aveva quasi conquistato anche me. Mi faceva sentire un po' come Gwyneth, mamma di Mela, o come Kim, madre di Nord-Ovest. Con questa Marley, che fa un po' Bob Marley, ma anche un po' cane di Jennifer Aniston e Owen Wilson.
Gli italiani a Barcellona. Ovvero i reazionari.
"Marley fa cagare, mica è un nome!".
Gli italiani che stanno a Barcellona sono cosmopoliti, cittadini del mondo, giovani dentro, viaggiatori, poliglotti. Ma col cazzo che chiamerebbero mia figlia Marley.
"Ok e allora Lola?" propongo.
"Mah, guarda che Lola anche è molto eccentrico per noi eh, è impegnativo. Cioè alla fine Lola è Lolita, un po' una zoccola per dircela tutta. Che ne dici di Michela?". (Questa era Michela).
Gli italiani in collegamento dall'isola di Reunion.
"Hai deciso per il nome?"
"No"
"Comunque secondo me Carlotta va benissimo" (Questa era Carlotta).
Mia madre.
"Ho letto che Maya Sansa ha chiamato la figlia Talita"
Io: "Maya chi?"
"Guarda che non è male, sempre meglio di Nausica che può piacere solo a tuo padre".
Gli italiani in collegamento dalle isole Canarie.
"Talita? Sì, e Tiscesa".
Abbiamo tempo. Ricominciamo tutto d'accapo, dal primo nome della lista. Mabel, per il quale abbiamo già registrato tre pronunce diverse "Maibl" (l'anglo-arabo), "Màbel" (io), "ué Mabbèl" (mamma)._TIW
In the name of the father, grandfather, Allah and Catalunya
Mia, do you like to name your little sister Viola?
No, pink!
Ah ok, how about Marley?
Yes yes! Like Nemo's dad!
It is not a good idea to ask your 2 years old daughter to decide her sister's name, especially if you are from Avellino, your boyfriend is British-Arab and you just moved to Barcelona. Which all means the people involved in the decision are too many and too diverse coming from London-United Kingdom, Khartum-Sudan, Barcelona-Catalunya, Avellino-Irpinia and my mum from Benevento.
If we want to stick to an Italian name: Viola would become Biola for the Catalans and Vaiola for the English; if we choose the Arab: Aia (Aiah) would be a chicken schnitzel brand for the Avellinesi; if we pick an English name: Marion would become Mario for my mother. And if we decide to celebrate our new Catalan homeland with Gal·la all the others would be extremely confused by the dot. That's why we wanted it to be a boy, because we already knew he was going to be named Ziggy, in the name of Bowie. Who cares if his classmates and THE WHOLE WORLD would have taken the piss out of him.
With our first daughter we had two names until the birth, Mia and Andrea, after discarding: Bianca ("white" in Italian) because she might have not been so white, Uma because followed by the surname Makki would have sounded like uramaki, and Nina because at school Italian teachers would call her Makki Nina (little car). This time we have a list of over 20 names, 70 per cent of which are hard to pronounce. A list that starts with Mabel and ends with Talita. The hardest part is to confront everyone and ask for there blessing.
The Sudanese that wants an Arab name.
Makki senior: "I love Zara".
Me: "Me too, especially during the sale".
The Sudanese grandfather didn't take it too well when he found out we named our first child Mia, "one hundred" in Arabic. He liked Nadia (Nadiyyah, delicate), that became Mia's middle name. This time the Sudanese put down his favourite name first, on the same day we found out it was a girl. Zara, that in Arabic means princess, ok, but in Italian and Catalan it is basically the name of my wardrobe, Fall/Winter and Spring/Summer. I've tried to explain it to him but I'm not sure he believed me.
The British. Those who call their children Apple, Kale and Summer.
"Beautiful Marley!".
English speakers love to give names that are not names but fruits, vegetables, seasons, colours, cardinal points. So the idea of naming our second daughter Marley has been welcomed with great excitement by all the British, included Mia that thinks it is Nemo's dad's name (which is actually Marlin). I've been tempted to give her an exotic name. To feel a bit like Gwyneth, Apple's mum, or like Kim, mother of North West. Marley, that is a bit about Bob Marley, but is also Jennifer Aniston and Owen Wilson's dog.
The Italians in Barcelona: the conservatives.
"Marley is shit, it's not even a name!".
The Italians that I know in Barcelona are cosmopolitan, citizens of the world, young inside, travelers, multilingual. But, hell no, they wouldn't call my daughter Marley.
"Ok how about Lola?" I try.
"Well, look Lola is quite exotic too for us, it's not an easy name. Lola is too close to Lolita, which was a bit of a slut. How about Michela". (This was Michela).
The Italians phoning from the Reunion island.
"Have you picked a name yet?"
"No"
"Anyway, I think Carlotta is very nice" (This was Carlotta).
My mother.
"I've read that the actress Maya Sansa named her daughter Talita"
Me: "Maya who?"
"Look it's not too bad, for sure is better than Nausica, only your father likes it".
The Italians phoning from the Canary islands.
"Talita (sounds like Salita: uphill)? Yeah, why not Tiscesa (sounds like Discesa: downhill)". (See, you can't even translate jokes about names).
We've got time. Let's start from the beginning, from the top of the list. Mabel, for which we have already registered 3 different pronunciations: "May-bull" (the British-Aarab), "Mà bell" (me), "ué Mabbèl" (mum)._TIW
En el nombre del padre, del abuelo, de Allah y de Cataluña
- Mia te gusta el nombre Viola para la hermanita?
- No Pink!
- Ah vale y Marley?
- Si, si, es el padre de Nemo!
Preguntarle a tu hija de dos años que nombre ponerle a la hermana no es exactamente lo que se dice una buena idea.
Sobretodo si vienes de Avellino, tu pareja es anglo-árabe y acabas de mudarte a Barcelona, así que en la elección ya están mas o menos incluidos gente de Londra-Reino Unido, Khartum-Sudan, Barcelona- Cataluña, Avellino- Irpinia y mamá que es de Benevento.
Si quisiéramos elegir un nombre italiano entonces Viola se transformaría en Biola para los catalanes y Vaiola para los ingleses;
si nos decidimos para el nombre árabe, Aia, se transformaría en una empanada de pollo en Avellino (es el nombre de una famosa empresa de productos de carne); si quisiéramos el nombre ingles, Marion se transformaría en Mario para mi madre.
Y si quisiéramos homenajear nuestra nueva patria con Gal·la, crearíamos una total confusión a todos los demás por el punto en el medio.
Por eso habíamos deseado un varón, ya habíamos decidido que iba a llamarse Ziggy, en nombre de Bowie y sin considerar en absoluto que iban a reírse de él en el colegio y PARA SIEMPRE.
Con la primera hija hemos barajados 2 nombres hasta el final, Mia y Andrea, después de descartar Bianca (Blanca) ya que había el riesgo que no lo fuera, Uma porque con el apellido Makki iba a sonar como Uramaki, y Nina ya que en el registro del cole se habría transformado en MakkiNina (cochecito en italiano).
La elección de Mia al final ha sido un golpe maestro hecho mientras yo estaba en anestesia total.
Esta vez en cambio tenemos una lista con mas de 20 nombres, con un 70% de ellos que no se pueden ni pronunciar, Un listado que empieza con Mabel y acaba con Talita.
La parte mas difícil es aguantar el mundo exterior que pide a voces cual será el nombre de la niña.
El sudanés que espera un nombre arabo.
Makki senior: "Me gusta Zara".
Yo: "A mi también, sobre todo en rebajas".
Al abuelo sudanés no le gustó mucho que eligiéramos el nombre de Mia que en árabe significa "cien". él hubiera preferido Nadia ( Nadiyyah, delicada) que de todos modos le pusimos como segundo nombre y que para mi sigue siendo de origen ruso. Esta vez el abuelo ha decidido moverse con antelación proponiendo un nombre el mismo día que supimos que era niña. Ahora yo puedo entender que en árabe Zara significa princesa, pero en avellinese, catalán y beneventano es el nombre de mi guardarropa otoño/invierno y primavera/verano. Así que he intentado explicárselo pero no estoy convencida de que me haya creído.
Los ingleses, los que suelen llamar sus hijos Manzana, Col y Verano.
"Precioso Marley!"
Poner nombres que no son nombres si no frutos, estaciones, colores, apellidos y puntos cardinales, siempre ha sido una verdadera pasión para los anglófonos. Así que la idea de llamarla Marley ha sido acogida con enorme entusiasmo, incluida Mia que cree ser el nombre del padre de Nemo (que en realidad es Marlin). La tentación de un nombre exótico casi me había conquistado, sentirme un poco como Gwineth madre de Manzana, o como Kim, madre de Norte-Este. Marley que es un poco como Bob Marley pero también como el perro de Jennifer Aniston y Owen Wilson.
Los italianos a Barcelona, los reaccionarios.
"Marley es una cagada, ni siquiera es un nombre".
Los italianos que viven en Barcelona son cosmopolitas, ciudadanos del mundo, jóvenes dentro, viajan, son poliglotas. Pero ni de coña van a llamar mi hija Marley.
"Vale, y entonces Lola?"
"Bueno, mira que Lola también es bastante excéntrico para nosotros, al final Lola es Lolita, un poco putilla hablando claramente. Porqué no la llamas Michela?" (eso lo dijo Michela).
Los italianos en conexión desde la isla de Reunión.
"Has elegido el nombre?"
"No"
"Pues para mi Carlotta es perfecto" (esto lo dijo Carlotta).
Mi madre.
"He leído que Maya Sansa ha llamado su hija Talita"
Yo: "Maya quien?"
"Mira que no es feo, mejor que Nausica que le puede gustar solo a tu padre"
Los italianos desde Canarias.
"Talita? Si y Tiscesa". (juego de palabras con Subidas y Bajadas)
Todavía tenemos tiempo. Volvemos a empezar de cero, desde el primer nombre de la lista. Mabel por lo que ya tenemos registradas tres pronunciaciones diferentes: "Maibl" (el anglo-árabe), "Mabel" (yo), "ué Mabbél" (mamá)._TIW