Gran Bretagna, ma chi sei?
Gran Bretagna, ma che cazzo hai fatto?
Pensavo di conoscerti, pensavo fossimo ormai amici, ma che dico, parenti.
E invece hai tradito il mio amore, non me l'aspettavo. Non mi aspettavo di sentire il cuore che si spezza, il magone che mi strozza nel leggere che te ne vai, ma soprattutto che non mi vuoi.
Vent'anni fa ho conosciuto l'amore della mia vita, inglese. L'ho conosciuto in Germania, Europa, dove pelava patate nella cucina di un campo giovani internazionale.
Quindici anni fa sono arrivata in Inghilterra, Europa, da Siena, in Erasmus, a servire patate al forno non pelate al catering della Royal Holloway University e ad imparare a parlare la tua lingua. Ho pianto per tanto tempo, finché non sono riuscita a farmi capire.
Cinque anni fa sono tornata a Londra, Europa, dove ho ritrovato lui (quello delle patate) e la città del mio cuore. Ma ci ho trovato anche una famiglia grandissima di amici, inglesi, italiani, belgi, spagnoli, lettoni, norvegesi, persino francesi (che sai che noi non andiamo tanto d'accordo). Sergio, Caterina, Dita, Albert, Tina, Andrea, Cristina, Elina, Marcella, Maurizio, Waleed, Elizabeth, Marie, Anthony, Jay, Selma, Mazin, Steve, Tracy, Michi, Tommy, Daniele, Dave, Nathalie, Danielle, Aitana... In una città che mi è sempre sembrata immensa nel saper trovare il posto per tutti.
Tre anni fa è nata mia figlia Mia, italiana, inglese, europea, al Royal Free Hospital di Londra. L'ostetrica che l'ha messa nelle braccia del padre era italiana.
Oggi vivo a Barcellona, dove il mio fidanzato inglese è potuto venire a fare la sua "esperienza all'estero" da crisi di mezza età perché è ancora europeo. Qui tra qualche giorno nascerà un'altra bambina, italiana, inglese, europea. Se fino a ieri ero un po' dispiaciuta che non nascesse nella città del mio cuore ora sono felice perché nascerà in Europa.
Gran Bretagna, non lo so che ne sarà di noi o di voi, per ora so solo che oggi mi hai fatto piangere di nuovo, di tristezza, rabbia e paura. Paura per me che resto un po' sola nella mia piccola famiglia inglese. Ma paura anche per te che non sai davvero cosa hai combinato. Dicono che è un giorno triste per l'Europa, io dico che è un giorno più triste per te.
E allora Gran Bretagna, buona fortuna, sento che ne avrai bisogno. Più di me e della mia bellissima famiglia europea._TIW
Britain, who are you?
Britain, what the hell have you done?
I thought I knew you, I thought we were friend, family even.
But you betrayed my love, I didn't expect this. I didn't expect to feel my heart break and this lump in my throat suffocating me, just from reading that you are leaving us, that you don't want me.
Twenty years ago I met the love of my life. British. I met him in Germany, Europe, where he was peeling potatoes in the kitchen of an international youth campus.
Fifteen years ago I arrived in England, Europe, from Siena, for the Erasmus project, and I served (non peeled) baked potatoes at the Royal Holloway University canteen, while I learned to speak your language. I cried a lot, until I managed to make myself understood.
Five years ago I went back to London, Europe, where I found him again (the one that was peeling potatoes) and I found the city of my heart. But I also found a great family of friends, British, Italians, Belgian, Spanish, Latvian, Norwegian, French even (and you know we don't always get on well). Sergio, Caterina, Dita, Albert, Tina, Andrea, Cristina, Marcella, Maurizio, Elina, Waleed, Elizabeth, Marie, Anthony, Daniele, Dave, Jay, Selma, Mazin, Danielle, Steve, Tracy, Michi, Tommy, Nathalie, Aitana... In a city that I always considered immense for being able to welcome everybody.
Three years ago my daughter Mia was born, Italian, British, European, at the Royal Free Hospital in London. The midwife that put her in my boyfriend's arms was Italian.
Today I live in Barcelona, where my British boyfriend can live his middle-age "adventure abroad" because he's still European. Here, in a few days, another baby will be born, Italian, British, European. If, until yesterday, I was a bit disappointed that I couldn't give birth in the city of my heart now I'm glad that she will be born in Europe.
Britain, I don't know what my future holds and what yours does, all I know for now is that today you made me cry again, of sadness, anger and fear. Fear for me coz I feel a bit lonely in my little British family. But fear for you as well, because you really don't know what you have done. They say it's a sad day for Europe, I say it's a sad day for you.
So Britain, good luck, I think you will really need it. More than me and than my beautiful European family._TIW