Un chiringuito non fa Primavera
Mi stava parlando questa mia amica lontana lontanissima della geografia emozionale, una materia che non ho mai studiato ma in cui credo di meritarmi almeno un 6+ dopo 28 anni da quando ho lasciato la mia casa da bambina e ho iniziato a disegnare una mappa fatta di separazioni dolorose, innamoramenti passeggeri, amicizie sconfinate, case da smontare e impacchettare, pasta al burro, cibo troppo speziato, cibo troppo fritto, troppo cibo.
La vastità di ogni luogo fisico, le sue misure reali, sono state ridefinite dalle mie emozioni vissute in quei luoghi (o a volte dal livello di reflusso gastroesofageo), come una mappa assolutamente arbitraria che non risponde a nessuna latitudine e longitudine se non all'intensità di quello che vi ho vissuto (ulcere incluse).
A Barcellona sono arrivata otto anni fa oggi. È uno di quei luoghi diventati enormi perché riempiti di tanti sentimenti, incontri, olive e pan con tomate.
Un luogo nuovo ma in cui ho amici conosciuti durante la mia adolescenza ad Avellino, o a Londra, ex fidanzati, Pannocchie del Mulino Bianco, Fonzies, insomma un luogo che è sempre stato vicinissimo, geograficamente, gastroenterologamente e sentimentalmente parlando, a quella casa che ho lasciato a 18 anni.
Poi un giorno di dicembre, all'improvviso Barcellona è diventata lontanissima, l’ho lasciata di corsa in un viaggio verso casa che è durato una vita, letteralmente la mia vita.
Mai volo è stato più puntuale, mai ho sentito di essere così in ritardo.
Anche le stagioni sono un po’ così, arbitrariamente iniziano e finiscono quando sentiamo che è arrivato il loro tempo.
Qualche giorno fa leggevo che la primavera, che va dal 21 marzo al 21 giugno in questa parte di mondo, nell’uso dei meteorologi, invece, va dal 1° marzo al 31 maggio.
Nella mia casa a Siena, invece non iniziava prima di maggio, quando il prezzo delle fragole scendeva e anche noi, studentesse di giorno e sguattere di sera, potevamo comprarle.
A Londra iniziava quando fiorivano le magnolie (per poi essere ricoperte di neve due settimane dopo).
A Barcellona la primavera arriva insieme ai chiringuito sulla spiaggia. L’ultimo giorno di febbraio iniziano a montarli e non importa quanto sia ancora inverno nel tuo cuore, quello è l’inizio della primavera. Li aspetto ogni anno, come una cura, assolati e decadenti come un lido di Cesenatico senza il jukebox, pronti a farmi dimenticare un brevissimo inverno.
Quest’anno non la aspettavo la primavera, non lo volevo dimenticare questo lunghissimo inverno.
Non la voglio la primavera senza di te mami. Come Mia che mi ha detto “Non mi piace cantare senza nonna”, mettendo il broncio al concerto che ha fatto al Palau de la Musica.
Com'era? Fermate ‘sta giostra che vogliamo scendere? Ecco.
Cazzo è che tutto è come sempre, che arriva la primavera come se niente fosse, senza che tu mi possa dire: ah finalmente Dadà le giornate si allungano? Che mi torna il reflusso senza che tu ti raccomandi di prendere l’omeoprazolo che l’esofagite si acuisce col cambio di stagione ammamma? Come osano aprire i chiringuito dove non ci possiamo più prendere un caffè insieme a 3,50 commentando “è sciut ‘e cap”?
Il signore che legge il giornale nella doccia della spiaggia Somorrostro è sempre là, le vecchie ciuotte che si fanno il bagno nude sono sulla solita panchina alle 8 di mattina a rivestirsi, il gigante che porta in mano la sua bambina, il rasta che scolpisce dragoni di sabbia, il nonno che parla col suo cane nano. Ogni mattina mi sembra di attraversare una storia che so a memoria ma in cui manca il personaggio principale.
Una sera di qualche settimana fa ho iniziato a raccontarla alle bambine questa storia, rimettendoci te dentro con tutti questi personaggi che vedo ogni giorno. Un’operazione magica più che letteraria per sfidare il tempo e lo spazio e far diventare le stagioni del cuore e la geografia emozionale le assi attorno a cui gira la nostra nuova vita senza di te.
Ho riavvicinato un po’ Barcellona al mio cuore e mi sono ripresa un po’ di Primavera.
Tu sei diventata una specie di supereroe detective che risolve misteri, può attraversare i mondi e parlare ad oracoli centenari (zietta che, come dicevi tu, ci sotterrerà tutti).
Le bimbe aspettano ogni sera una nuova avventura. E io più di loro, sperando che a un certo punto, tra un mistero e l’altro da risolvere, ti ricorderai di dirmi qualcosa sul mio reflusso.
A chringuito doesn’t make Spring
This far-away friend of mine was telling me about emotional geography, a subject I have never studied but in which I believe I deserve at least a 6+ after 28 years since I left my childhood home and started drawing a map made up of painful separations, transient falling in love, boundless friendships, houses to be dismantled and packed up, pasta with butter, over-spiced food, over-fried food, too much food.
The vastness of each physical place, its actual dimensions, have been redefined by my emotions experienced in those places (or sometimes by the level of my gastroesophageal reflux), like an absolutely arbitrary map that does not respond to any latitude or longitude other than the intensity of what I experienced there (ulcers included).
I arrived in Barcelona 8 years ago today. It is one of those places that has become enormous because it is filled with so many feelings, encounters, olives and pan con tomate. A new place but where I have friends I met during my adolescence in Avellino, or in London, ex-boyfriends, Mulino Bianco cookies, Fonzies, in short, a place that has always been very close, geographically, gastroenterologically and sentimentally speaking, to that house I left at 18.
Then one day in December, suddenly Barcelona became very far away, I left it in a hurry on a journey home that lasted a lifetime, literally my life. Never has a flight been more punctual, never have I felt I was so late.
The seasons are a bit like that too, they arbitrarily begin and end when we feel their time has come. A few days ago I read that spring, which runs from 21 March to 21 June in this part of the world, in the use of meteorologists, instead runs from 1 March to 31 May.
In my house in Siena, however, it didn't start until May, when the price of strawberries dropped and even we, students by day and underpaid waitresses by night, could buy them.
In London it started when the magnolias bloomed (only to be covered in snow two weeks later). In Barcelona, spring arrives along with the chiringuitos on the beach. On the last day of February they start putting them up and no matter how much winter is still in your heart, that is the beginning of spring. I wait for them every year, like a cure, sunny and decadent like a lido in Cesenatico without the jukebox, ready to make me forget a very short winter.
This year I did not wait for spring, I did not want to forget this very long winter. I don't want spring without you, mami. Like Mia who told me "I don't like singing without grandma", pouting at the concert she did at the Palau de la Musica.
Stop this merry-go-round that we want to get off. What the hell is it that everything is like always, that spring arrives as if nothing had happened without you being able to say to me: ah finally Dadà, days are longer? That my reflux comes back without you recommending that I take homeoprazole coz oesophagitis gets worse with the change of season? How dare they open the chiringuitos where we can no longer have a coffee together for 3.50 euro, commenting 'are they mad'?
The gentleman reading the newspaper in the shower at Somorrostro beach is always there, the old women swimming naked are on the usual bench at 8am getting dressed, the giant carrying his little girl, the dreadlocked man sculpting dragons out of sand, the grandfather talking to his dwarf dog. Every morning I seem to walk through a story that I know by heart but in which the main character is missing.
One evening a few weeks ago, I started telling the girls this story, putting you back into it with all these characters I see every day. A magical rather than literary operation to challenge time and space and make the seasons of the heart and emotional geography the only axes around which our new life without you revolves.
I have brought Barcelona a little closer to my heart and I have taken back a bit of Spring.
You have become a kind of superhero detective who solves mysteries, can cross worlds and talk to centenarian oracles (Zietta who, as you said, will bury us all). The girls are waiting for a new adventure every night. And me more than them, hoping that at some point, in between mysteries to solve, you will remember to tell me something about my reflux.