Come lo traduci hangover?
Il venerdì sera a Londra salire sulla metro è un po' come giocare a quel gioco con le scatole, Affari Tuoi, questione di culo insomma. In media su una carrozza sì e su una no c'è un ubriaco molesto. Venerdì scorso si vede che abbiamo trovato la scatola appestata, quella da 1 centesimo, perché sulla nostra carrozza c'era:
- l'ubriaco solitario in skinny jeans che credeva che nella carrozzina, anziché Mia, ci fosse un cane a cui continuava a fischiettare e fare il richiamo da cane
- il gruppo dell'università riunito 30 anni dopo che se mio padre a 50 anni fosse stato così credo sarei finita a pieno diritto in Trainspotting o in Amore Tossico
- tre colleghi di lavoro della City rigidissimi che si parlano solo dopo aver raggiunto un tasso alcolico 4 volte superiore alla media, ma che il giorno dopo continuano a non salutarsi. Fino all'ora del pub
- due ragazze in prendisole che si erano tolte le scarpe e una di loro provava a fare Yuri Chechi con gli anelli sospesi del treno
Il mio pensiero è subito andato alle conversazioni incazzate degli emigrati incazzati a cui NON ho partecipato nell'ultima settimana, ma che ho seguito con passione. Sul Guardian la giornalista italiana sposata con un inglese Annalisa Coppolaro-Nowell dice che il binge drinking l'ha costretta a lasciare Londra per andare a Siena. E fin qui posso solo ricordare con nostalgia la mia Siena universitaria dove il coma etilico era all'ordine del giorno, anche del giorno infrasettimanale. Evidentemente qualcosa è cambiato. Sul Fatto Quotidiano, invece oltre alla Coppolaro, anche Salvatore Guarino è stato costretto a lasciare l'Inghilterra per l'impossibilità di relazionarsi agli inglesi, se non quando sono ubriachi. Potrei aggiungere che in 5 anni non sono mai riuscita a conoscere un senese, se non quelli ubriachi. Comunque, tutti questi cervelli in fuga che ritornano in patria mi hanno fatto dubitare del mio posto nell'universo. Ma per fortuna John Hooper, corrispondente dall'Italia del Guardian, con il suo libro The Italians, mi ha ricordato che se non fosse per quegli alcolizzati degli inglesi noi in Italia non avremmo neanche un termine per hangover. Quindi grazie inglesi. E che gli inglesi, nonostante Berlusconi, il bunga bunga e la mafia, ci trovano ancora attraenti. Sono commossa. E che in fondo a me basta che non mi sveglino la creatura che dorme nella carrozzina, che è venerdì sera anche per me. E per quanto forte un inglese ubriaco possa urlare non arriverà mai agli standard sonori a cui è abituata la nipote di una nonna meridionale che crede da sempre di essere sorda._TIW
Why in Italian the word hangover doesn't exist
On Friday evening, in London, catching the tube is a bit like that tv show, Deal or No deal, it's a matter of luck. On average on every other carriage there is a drunk person harassing the rest of the passengers. Last Friday we probably got the shittiest box, we got:
- a lonely drunk in skinny jeans who for some reason thought we had a dog in our pram, rather than Mia, so he kept whistling and making dog noises
- A 30-year university reunion. That if my dad at age 50 had been like them the film Trainspotting could have been based on me
- three co-workers from the City, looking smart in their suits, that speak to each other only after reaching an alcohol level 4 times higher than average, but the next day still don't greet each other; until it's pub time again.
- two girls in summer dresses that had taken off their shoes and one of them tried to do a Yuri Chechi impression suspending herself from the rings
So I started thinking about the pissed off conversations by pissed off emigrants that I have NOT taken part in over the last week, but I have followed with passion. In the Guardian, Italian journalist married to an Englishman Annalisa Coppolaro-Nowell says that binge drinking caused her to leave London to go to Siena. So far I can only recall with nostalgia my university years in Siena where an alcoholic coma was always on the agenda. Clearly something has changed. In Il Fatto Quotidiano, together with Coppolaro, also Salvatore Guarino was forced to leave England for the inability to relate to the English except when they are drunk. I might add that in 5 years of University the only Sienese I got to speak to were the drunk ones. Anyway, all these brain drain returning home has made me doubt my place in the universe. But luckily John Hooper, correspondent of the Guardian, with his book The Italians, reminded me that if it were not for the alcoholic British, in Italy we would not even have a word for hangover. So thank you British. And that, despite Berlusconi, the bunga bunga and the Mafia, the British still find us attractive. I'm moved. So basically I am good, as long as they don't wake up my sleeping baby, coz it is Friday night for me too but to be honest, that would be very hard coz they could not even get close to the sound standards my daughter is used to, having a Southern Italian grandmother who has always believed to be def._TIW