Quello che i corsi pre-parto non dicono: ci vorrebbe un amico
Dieci giorni fa sono andata al corso pre-parto dal quale l'ostetrica mi aveva arbitrariamente escluso perché, "dopo aver partorito una volta, dovresti già sapere quello che ti aspetta". Ma dal momento che la mia prima volta è stata a Londra e la seconda sarà a Barcellona, e considerando che parlo lo spagnolo aggiungendo una S alla fine di ogni parola italiana, ho ben pensato di andare ad imparare almeno come si dice: "spingi", "fatemi un'epidurale cazzo!", "aiuto" e "ok, allora fatemi un cesareo".
Le mie compagne di corso sono poco più che ventenni e sono fondamentalmente delle entusiaste: "Ma come si distinguono le contrazioni del parto dai movimenti fetali?" ha chiesto una. Insomma c'era grande ottimismo in quella stanzetta del centro civico della Barceloneta che si affaccia sul mare.
Le primipare si sono emozionate assai quando l'ostetrica ha descritto la caduta del "tappo" vaginale come IPOTETICO inizio del parto; non sanno che da quel momento potrebbero trascorrere 7-10 giorni a cercare inutilmente di provocarsi il travaglio mangiando curry e ananas, bevendo infusi di foglie di lampone alternato a Gaviscon e facendosi venire le emorroidi saltando col culo sulla palla per pilates.
Sorridono innamorate quando vedono le illustrazioni che spiegano come il compagno massaggerà i loro fondoschiena durante le contrazioni: "ecco tutto quello di cui ho bisogno - dicono - l'anestesia giammai"; non immaginano di quando vorranno barattare il compagno e anche la loro madre per un'epidurale ben assestata.
Mostrano una curiosità entusiasta persino quando l'ostetrica ci fa vedere foto raccapriccianti del famigerato "massaggio del perineo", quello secondo cui periodicamente, con l'aiuto di entrambi i pollici, dovremmo far fare stretching al nostro organo riproduttivo. Per carità, la mia amica Giulia (a cui ho messo un nome di fantasia perché credo non le faccia piacere essere immaginata nell'azione di pollice di cui sopra) mi ha assicurato che a lei è servito a non avere un'episiotomia. Ah ecco, l'unico momento in cui le primipare mostrano sincero sgomento è quando l'ostetrica sommessamente ammette che potrebbero subire un taglio dal pube al buco del culo.
Ma da questo corso pre-parto mi sarebbe servito sapere altro. Quello che una mamma (io) direbbe a una futura mamma (sempre io). Ad esempio:
- butta nel cesso il piano di parto hippie in cui prometti di usare come unico antidolorifico l'acqua della vasca da bagno e l'aroma terapia. Si vincesse almeno una medaglia, un viaggio, un motorino, una batteria di pentole;
- che allattare è molto bello - dopo le prime due settimane di strazio - ma se non lo fai tuo figlio campa felice lo stesso;
- che appena arriverà questa nuova piccola persona nella tua vita, nella tua casa e nel tuo letto, forse ti domanderai: "e adesso che faccio cazzo?". Ed è normale così, saranno gli ormoni che lasciano troppo velocemente il tuo corpo, sarà la paura di non essere grande abbastanza da essere madre quando ci si sente ancora figlia, sarà che hai solo bisogno di un abbraccio.
- e non sottovalutare il bisogno, oltre che di un abbraccio, anche di una teglia di pasta al forno da dividere in porzioni e mettere in freezer perché per una settimana non avrai voglia e tempo di cucinare. Quindi quando la tua amica Lilly te la porta, non fare i complimenti: accetta e abbraccia anche lei. Ti ha fatto un regalo preziosissimo. Se a 'sto giro me la fa per 2 settimane ancora meglio.
- che la maternità non ti trasforma in un supereroe, quindi fatti aiutare. Conta sugli amici. Su quello scassacazzi di Daniele che, il giorno dopo il parto, ti è venuto a portare i fiori ma anche a parlare di lavoro per riportarti con i piedi per terra; su Linda e Frens che hanno mollato i loro pupi per venire a farti vedere la posizione del bimbo-missile che fa passare le colichette; su Jay con cui hai messo Mia nel marsupio per la prima volta, dimenticando di allacciare la cintura di sicurezza; su Rosanna che quando l'hai chiamata per dirle "vorrei mollare tutto e scappare" ti ha detto "tranquilla, l'ho pensato pure io. Respira"; su Antonietta e Gabriella che ti hanno aiutato a portare il passeggino giù per le scale e a salire sul bus; su Dita che ti ha insegnato la posizione palla da baseball per allattare; su Pier con cui hai bevuto la prima birra post poppata.
- che bisogna uscire. Quanto prima, col marsupio, col passeggino, anche se a Londra piove, anche se a Barcellona c'è troppo sole. Per re-imparare a fare le cose di sempre con una persona in più nella tua vita.
- che tutti quegli amici a un certo punto non ci saranno - dovranno poi anche tornare a lavorare - e allora magari qualche volta puoi uscire con alcune di quelle entusiaste insopportabili delle tue compagne di corso pre-parto. Non diventeranno necessariamente tue amiche, ma credimi, non sono poi così diverse da te.
Ps. Ricorda che in fondo anche tu sei stata un'ottimista: tre anni fa, al settimo mese credevi di avere le contrazioni soltanto perché a tua figlia, che sarebbe rimasta nella tua pancia per altri due mesi, era venuto il singhiozzo.
Ps2. L'ostetrica dice cazzate. Anche se hai già partorito non sai mai quello che ti aspetta. Ma pure io, in fondo, sono un'ottimista e sono certa che anche questa volta ti piacerà._TIW
What antenatal classes don't tell you: you need a friend
Ten days ago I went to an antenatal class where the midwife automatically excluded me "if you have already given birth once, you should know what to expect". But since my first time was in London and the second time will be in Barcelona, and since I speak Spanish by adding an S to Italian words, I thought I'd go. At least to learn how to say: "push", "give me a bloody epidural!", "help" and "ok, take me to have a c-section".
My classmates are in their 20s and basically very enthusiastic. "How do you recognise contractions from the baby's movements?" one of them asked the midwife. So, there is a big big optimism in the room in the civic centre of Barceloneta with a sea view.
The primipara got very emotional when the midwife mentioned the "show" that could mean the start of the labor; they don't know that after that, they could spend up to 7-10 days trying, in vain, to trigger their labor eating curry and pineapple, drinking raspberry's infusions and Gaviscon, or bouncing on swiss balls and ending up with haemorrhoids.
They smile in love when they see the illustrations that show how their partners will massage their lower back during labor: "that's all I want - they say - no anaesthetic would be better than this"; but they can't imagine the moment when they would exchange their partner AND their own mother for a good ol' epidural.
They show an enthusiastic curiosity even when the midwife shows us creepy photos of the so-known "perineal massage", where we should, with the two thumbs, stretch our reproductive organ as much open as possible. Although I have to say that my friend Giulia (name has been changed coz I don't think she would like to be imagined while she works down there with her thumbs) ensured me that the massage saved her from having an episiotomy. Oh, right, the only thing that freaked out the primipara is when the midwife admitted that they could be cut from the pube to the bum hole.
Well, from this antenatal class I would have like to hear something different. Something that a mother (me) would tell a future mother (me again). For instance:
- throw your hippie birth plan where you promise you will only use the water of the birth pool and aroma therapy as painkillersin the toilet. You won't win any medal, any holiday, not even a moped.
- breastfeeding - after the first two weeks of absolute pain - it is beautiful, but if you don't feel like doing it it's ok, your child will live a happy life anyway;
- as soon as this little person will come into your life, your home, your bed, you will think: "Shit! what the hell am I going to do now?". That's ok, maybe the hormones are leaving your body too quickly, maybe you are afraid that you are not big enough to be a mother while you still feel like a daughter, or you might just need a hug.
- don't underestimate the need, not just of a hug, but also for a tray of baked pasta that you can slice in portions and put into the freezer to eat it for a whole week. So when your friend Lilly brings it to you don't pretend you don't need it. Accept it and hug her tight. She just gave you a very precious gift.
- motherhood doesn't make you a superhero, so let people help you. Count on your friends. On Daniele, that the day after you gave birth brought you flowers but also talked to you about work to bring you back to reality; on Linda and Frens that left their babies at home to come to visit you and teach you the baby-missile position that helps with the colics; on Jay that helped you putting Mia in a sling for the first time (forgetting the security belt); on Rosanna that when you phoned her to tell her "I'd just run away" told you "don't worry, I thought the same. Just breath"; on Antonietta and Gabriella that helped you taking the pushchair down the stairs and get on the bus; on Dita that taught you the baseball position to breastfeed; on Pier that took you to the pub for a beer;
- that you need to go out. As soon as possible, with the sling or the pushchair, even if, in London, it's raining, even if, in Barcelona, the sun is too hot. To re-learn how to do the usual things, now with a new person in your life.
- that all of those friends at some point won't be there for you - they surely need to go back to work - so maybe you could also go out, sometimes, with those unbearable antenatal classmates. They won't become your friends necessarily, but trust me, they are not so different from you.
Ps. Remember, you have been an optimistic as well: 3 years ago, when you were 7 months pregnant, you thought you were in labor just because your baby - that was going to stay in your stomach for 2 more months - had hiccup.
Ps2. The midwife talks crap. Even if you have already given birth, you never know what to expect. But I'm an optimistic too and I'm pretty sure that this second time you will love it again._TIW
Lo que las clases de preparación al parto no cuentan: te va a hacer falta un amigo
Hace diez días fui a las clases de preparación al parto aunque la matrona me había automáticamente excluida ya que "habiendo ya dado a luz, deberías saber lo que te espera". Pero visto que mi primera vez fue en Londres y la segunda en Barcelona, y teniendo en cuenta que mi español se limita a añadir una S al final de palabras italianas, me he decidido en ir sea solo para aprender cómo se dice: "empuja", "ponme la jodida epidural", "ayuda" y "vale , háganme la cesárea". Mis compañeras de clase son unas veinteañeras y encantadas con todo: "Y como podré distinguir las contracciones de los movimientos fetales?" ha preguntado una de ella. Vamos que había un gran optimismo en aquella habitación del centro de la Barceloneta con vistas al mar. Las primiparas se han emocionado mucho cuando la matrona ha descrito la pérdida del tapón vaginal como HIPOTETICO comienzo del parto; no saben que desde ese momento podrían pasarse 7-10 día buscando inútilmente la manera de provocarlo comiendo curry y piña, tomando infusiones de hojas de frambuesa alternadas al Gaviscon para la acidez de estómago y con almorranas causadas de tanto saltar con el culo sobre la pelota de pilates. Con una sonrisa enamorada miran las imágenes que explican cómo su pareja le dará masajes en la espalda durante las contracciones: "esto es todo lo que necesito - afirman - la anestesia de ninguna manera"; no prevén de cuando querrán intercambiar su pareja y su misma madre por una epidural bien clavada. Su alegre curiosidad sigue en pie hasta con las espeluznantes fotos del masaje del perineo, aquel que con el ayuda de ambos pulgares debería ablandar y estirar nuestro órgano reproductivo. Por supuesto que mi amiga Giulia (nombre de fantasía porque creo que no le apetezca ser imaginada mientras hace trabajar sus pulgares) me ha asegurado que hacerlo le ha permitido no sufrir una episiotomía. Ah si, el único momento en que las primiparas muestran verdadero agobio es cuando la matrona admite que podrían hacerle una raja desde arriba hacia abajo. Pero al acabar la clase, hubiera necesitado saber otras cosas. Aquello que una madre (yo) diría a una futura madre (otra vez yo). Por ejemplo: ⁃ tira al retrete tu plan de parto hippies en el que prometes usar como único analgésico el agua de la bañera y la aroma terapia. Ni que ganáramos una medalla, un viaje, una moto, una batería de cocina; ⁃ Que amamantar es muy bonito - después de pasar dos semanas horribles - pero si no lo haces tu hijo vivirá igual de feliz; ⁃ que cuando llegará esta pequeña criatura a tu vida, en tu casa y en tu cama, probablemente te preguntarás: "y ahora que coño hago?". Y esto es normal, es por las hormonas que dejan tu cuerpo demasiado rápidamente, es por el miedo a no ser bastante grande para ser madre cuando aún te sientes hija. O será porque únicamente necesitas un abrazo. ⁃ Y no subestimes la necesidad, además del abrazo, de una bandeja de pasta al horno dividida en porciones para congelar ya que durante una semana no tendrás ni ganas ni tiempo de cocinar. Así que cuando tu amiga Lilly te la trae no hagas cumplidos: acéptala y abraza a ella también. Te acaba de hacer un regalo muy valioso. Y si esta vez me la hace para que dure 2 semanas, aún mejor. ⁃ Que la maternidad no te transforma en un superhéroe así que deja que te ayuden. Cuenta con los amigos. Con aquel pesado de Daniele que, al día siguiente de dar a luz, vino a traerte un ramo de flores pero también vino a hablarte de trabajo para que pusieras los pies en la tierra; cuenta con Linda y Frens que dejaron sus peques para ir a verte y enseñarte la posición del bebé-cohete que resuelve los cólicos del lactante; cuenta con Jav con el que por primera vez pusiste Mía en la mochila canguro olvidándote de amarrarla; cuenta con Rosanna que cuando la llamaste para decirle "me gustaría dejarlo todo y huir" te ha contestado "tranquila, yo también lo pienso. Respira."; con Antonietta y Gabriella que te han ayudado a bajar el carro por las escaleras y a subir al bus; con Dita que te ha enseñado la posición pelota de rugby para amamantar; con Pier con el que bebiste la primera cerveza post parto. ⁃ Que debes salir. Cuanto antes, con la mochila canguro, con el carro, aunque en Londres llueva, aunque en Barcelona haga demasiado sol. Para volver a aprender a hacer las cosas cotidianas con una persona más en tu vida. ⁃ Que todos esos amigos no estarán siempre - tendrán que volver a trabajar - y entonces alguna vez podrás salir con algunas de aquellas insoportablemente entusiastas de tus compañeras del curso prenatal. No necesariamente serán tus amigas, pero créeme, no son tan diferentes de ti. ⁃ P.S. Recuerda que en el fondo tú también has sido una optimista: hace tres años, al séptimo mes de embarazo, creías tener contracciones solo porque tú hija, que iba a quedarse dos meses más en tu barriga, tenía hipo. ⁃ P.S.2. La matrona dice tonterías. No obstante hayas dado a luz una primera vez, nunca sabes lo que te espera. Pero yo también en el fondo soy optimista, así que estoy segura que también esta vez te gustará._TIW