Se Kate fosse una Katia qualunque sarebbe amica mia (ma basta zeppe)
Quando ero incinta tutti mi dicevano: goditi la pancia che ti fa essere al centro del mondo, una volta che il pupo è fuori nessuno penserà più a te. Cazzate, soprattutto se in quei 9 mesi al centro del mondo c'era Kate Middleton, incinta insieme a me (e a quelle altre figlie della plebe di Kim Kardashian e Belen) del primo royal baby degli ultimi decenni. Dopo la competizione- persa -su chi portasse meglio la pancia, sono partite le mie recriminazioni post partum: "Ma che ne sai tu Kate della puzza che fanno le colichette? E delle foglie di cavolo sulle tette? Si fa presto a lasciar fare le notti insonni alle tate e svegliarsi fresche la mattina per andare in palestra e al pomeriggio rientrare già nei vecchi jeans, e la sera andare magari a fare una cena romantica con Will? Eh?! E smettila di abusare delle zeppe!". Insomma, proprio adesso che iniziavo ad uscire dalla sudditanza psicologica, Kate sta per partorire di nuovo e rischia di farlo nel giorno in cui mia figlia compie due anni, che per ragioni tecniche significa che dovrei lasciare la festa che le ho organizzato e fiondarmi al capezzale della Duchessa per darne notizia. Allora Kate ascolta cosa ho da dirti, come se fossi un'amica mia, una "Katia Mediotonnellata" qualunque:
- Il tuo parto, nonostante ti abbiano fatto lo sconto, può arrivare a costare quanto un anno di stipendio di un operaio. Ma il Lindo, diciamoci la verità, è più spoglio dell'ormai dismesso ospedale Moscati di Avellino. Quindi apprezzo la tua scelta di basso profilo.
- La volta scorsa, a meno di 24 ore dal parto sei uscita dall'ospedale che parevi la modella della pubblicità di Elvive "Perché io valgo", ma avevi una panza quasi più grande di quando sei entrata. Ho ammirato la scelta di non averla schiacciata col fascione contenitivo.
- Hai mandato i cornetti e il tè a quella banda di fulminati che si è accampata fuori all'ospedale ad aspettarti, ma voglio credere che anche tu e tuo marito Gugliemo, nell'ascoltare le loro interviste in tv, abbiate convenuto sul fatto che trattasi di esaltati.
- Ci hanno ucciso la salute con tutti gli outfit premaman che hai sfoggiato, ma sono sicura che tuo figlio Giorgio, come mia figlia Mia, ti abbia imbrattato di pipì, caccole, pittura e bolo almeno altrettanti outfit di Alexander McQueen che, per questo, non abbiamo visto.
Quello che voglio dire, Katia, è che io e te - a parte la tua passione per le zeppe - non siamo tanto diverse. Che lo so che non è colpa tua se hai una vita più facile di altre donne incinte. E che non dipende da te se i media hanno deciso anche stavolta di affliggerci con l’analisi antropologica della tua gravidanza.
Quello che voglio dire, Caterì, è che io e te potremmo essere davvero amiche, purché tu non partorisca lunedì. E non provare a dire che non dipende da te._TIW
Dear Kate, let's try to be friends (but stop wearing wedges)
When I was pregnant everyone used to tell me: enjoy the bump, while you have it you are the centre of the world but once the baby is out no one will think of you. Crap. During my 9 months of pregnance Kate Middleton was the centre of the world because she was pregnant too, with the first royal baby in decades. After the competition -lost- on who had the tidiest bump, I started my postnatal recriminations: "But what do you know Kate, about the smelly baby colic? Cabbage leaves on the boobs? Yeah yeah, it's easy to let nannies work during the sleepless nights while you wake up fresh in the morning to go to the gym so that in the afternoon you can fit in your old jeans and in the evening you can go on a romantic dinner with Will. Stop wearing wedges all the time!". Anyway, now that I am over this psychological subjection, Kate is about to give birth again and is likely to happen on my daughter’s second birthday. For technical reasons this means that I might have to leave her party and run to the Duchess’s bedside to cover the news. So, Kate, listen to what I have to say, as if I was a friend of yours, and you were an ordinary Caterina Middeltone:
- Your giving birth, despite the fact that you will get a discount from the hospital, could cost as much as a year's salary of a labourer. But the Lindo Wing, let's face it, it is as poor as the dismissed Moscati Hospital in Avellino. So I appreciate your low profile choice.
- Last time, less than 24 hours after giving birth you came out of the hospital like a L’Oreal model "Because I'm worth it", but you had a bump almost as big as when you went in. I admired your choice not to restrain it in a spanx.
- This time you sent croissants and tea to the bunch of weirdos that are camping outside the hospital waiting for you. I want to believe that you and your husband Guglielmo, after listening to their interviews on tv, agreed that they really are weirdos.
- The media killed us showing all the maternity outfits by Alexander McQueen that you pulled out, but I'm sure that your son Giorgio, like my daughter Mia, got his pee, bogies, paint and chewed food on half of them at least.
What I mean, Cate, is that you and me - apart from your insane passion for wedges - are not that different. That I know it's not your fault that you have an easier life than other pregnant women. And that doesn't depend on you whether the media have decided once again to go on and on with the anthropological analysis of your pregnancy.
What I mean, Caterina, is that you and I could really be friends, as long as you do not give birth on Monday. Don’t try and tell me that it is not up to you._TIW