La Grande Febbre delle figlie, ovvero il Peggio di Me
Da tre anni per noi marzo non esiste. Cioè, esiste purtroppo, ma noi non esistiamo per il mondo, perché è il mese della Grande Febbre. Di Mia. Poi del padre. Poi la mia. Poi di nuovo di Mia, e via così. Quest'anno, che nell'algoritmo influenzale è entrata anche quella pallina magna-tutto di Viola con il suo bagaglio altamente infettivo da bavosa-raccatta-batteri di 6 mesi, l'epidemia è esplosa in anticipo.
Sono tre settimane che sono prigioniera nella nostra casa-Lazzaretto a lavorare, con queste due. Abbiamo perso il senso dello spazio e del tempo (ma sappiamo dalle urla notturne degli avventori anglofoni ubriachi del bar sotto casa che, orientativamente, è primavera). La mia amica Adele mi ha fatto notare che le ho scritto 3 volte in 3 giorni la stessa cosa. La pagella del secondo trimestre di Mia era praticamente una rivendicazione della scuola a riavere indietro la bambina, con minaccia velata di chiamare i servizi sociali. O almeno così ho interpretato quello che c'era scritto in catalano.
Mia si è persa tutte le feste di carnevale. Poco male per noi che ci travestiamo tutti i giorni. Da Super Girl per andare dal dottore coi superpoteri nel caso ci fosse bisogno di neutralizzarlo mentre infila la paletta di legno in gola. Da Cenerentola per andare a bere un drink al bar sotto casa, che con quelle scarpette di cristallo è meglio non andare troppo lontano che non si sa mai. Da ballerina, ma "di seconda fila", ai compleanni degli altri per non rubare la scena. Da Sirenetta per andare in spiaggia a raccattare munnezza di plastica come fanno le Sirenette ecologiche di oggi. Da Biancaneve quando mamma è una stronza ecc.
Allora, in queste tre settimane di prigionia batteriologica, ho lasciato che ogni giorno si vestisse con un costume diverso. Le ho persino lasciato spazzolare le mie parrucche preferite.
Ho lasciato che mangiasse lo yogurt sul tappeto.
Ho lasciato che mangiasse pure il gelato sul tappeto.
Ho lasciato, e no la zuppa arancione sul tappeto col cazzo.
Ho lasciato che la televisione ipnotizzasse entrambe con i video inquietanti di: mani che scartano ovetti di cioccolata, Uomini Ragno incinti, Elsa di Frozen versione Stephen King che ammazza l'Uomo Ragno Incinto...
Ho lasciato che vedessero Peppa Pig in russo e Dora l'esploratrice in francese. E chi mi conosce sa quanto questo può essermi costato.
Ho lasciato che giocassero tra le mie gambe mentre lavoravo, che - in una casa con 4 stanze e due cessi, - è sempre stranamente il posto più comodo.
Ho lasciato che disegnassero su un intero rotolo di fogli Ikea, quello che sarà lungo 7 km e che ai bambini normali con madri organizzate dura un anno o due.
Ho lasciato, finito il rotolo, che disegnassero sui muri.
Ho lasciato che quella di 6 mesi, nel suo gattonare all'indietro lasciando una scia di bava, finisse incastrata sotto divani e sedie. Finché la sorella grande non mi gridava: INCASTATA!
Ho lasciato che si addormentasse da sola, parlando parlando, a faccia a terra sul tappeto. Ma anche sulle piastrelle.
Ho lasciato che il peggio di me prendesse il sopravvento, dicendo tutte le cose che non si dicono ai figli: smettila o ti porto dal dentista/poliziotto; se non ti lavi i denti ti cadono tutti; ti vengono gli animaletti sotto i vestiti se non entri in doccia; non andare di là che c'è un MOSTROOOO; mangia 'sti ceci che ci sono bambini che non hanno niente da mangiare; non sei più mia figliaaaa (a cui Mia - confusa - risponde sempre E IO NON SONO più TUA MADREEEE).
Ho risposto "ma è bellissimo amore" ogni volta che Mia mi chiedeva di guardare qualcosa, senza neanche guardare di cosa stesse parlando. "Ma mamma ti ho chiesto se un cane può avere un culo da sirena!". "Bellissimo amore!". "Ma mamma, guarda questo cane!" "Bellissimo amore!" eccetera.
Ma poi arriva la sera (e il padre), e mentre dormono tutte e due - con quei pugnetti tondi stretti stretti, o a quattro di bastoni occupando un letto a due piazze - io vado ad annusarle in quell'angolino caldo di pelle e capelli tra il collo e l'orecchio, compiendo quel rituale un po' animale che immagino fare a tutte le vacche, cavalle, scrofe-mamme nelle stalle. Quella annusata di collo che, come ha detto qualcuno ben prima di me e meglio di me, "gliela dai quando dorme, di soppiatto, che l’amore di una mamma è bene che resti un po’ segreto, un po’ clandestino". Io non so perché lo faccio, ogni notte. Forse per fare pace, per chiedere scusa, per sussurrare che ci sono e ci sarò sempre. Forse lo faccio per ricordarmi da dove vengo e chi sono, per ritrovare il meglio di me. E comunque le ho annusate. E ovviamente puzzavano proprio di stalla. Mi pare il minimo._TIW
The Great Flu, and The Worst of Me
For the last 3 years March didn't exist for us. I mean, the month does exist unfortunately, but we don't exist for the rest of the world in this month. Because it's the month of the Great Flu. Mia's. Then Daddy's. Then Mine. Then Mia's again and so on. This year that "fat-ball-Viola-that-eats-everything" came into the flu algorithm, with her highly infective baggage typical of a 6 months old, the epidemic exploded earlier.
It's been 3 weeks now that I'm prisoner of my own house, working while looking after these two. We've lost the sense of space and time (but from the drunk Anglophones screaming at night from the bar downstairs we guess it's nearly spring time). My friend Adele pointed out that I sent her the same message 3 times in 3 days. And Mia's school report for this trimester is basically a claim from the teachers to take the child back to school, together with a subtle threat of calling the social services if we don't. Or at least that's what I roughly understood from the Catalan.
Mia missed all the Carnival parties. Not too bad considering that we wear fancy dresses every day anyway. As Super Girl to go to the doctor with superpowers, in case he needs to be neutralised while he puts that wooden stick into our mouth. As Cindarella, to go grab a drink at the bar downstairs, coz with those glass shoes you don't want to go too far, you never know. As Ballerina, but as a background dancer rather than first ballerina, at other people's birthday parties - not to steel the show. As mermaid to go to the beach to collect plastic rubbish like nowadays mermaids do. As Snow White when mummy is a bit of a bitch and so on...
So, in these 3 weeks of bacterial imprisonment I let her wear a different fancy dress every day. I even let her brush my favourite wigs.
I let her eat the yoghurt on the carpet.
I let her eat even the ice cream on the carpet.
I let her... HELL not the orange soup on the carpet.
I let the tv hypnotise the 2 of them with disturbing videos of: hands that unwrap chocolate eggs, pregnant Spidermen, Elsa from Frozen restyled by Stephen King that tries to kill pregnant Spiderman...
I let them watch Peppa Pig in Russian and Dora The Explorer in French, and who knows me should know how much that has costed me.
I let Mia and Viola play between my legs while I was working, because - in a 4 rooms 2 bathrooms flat, - it is strangely always the most comfortable place.
I let them draw on a whole Ikea paper roll, the one that is like 7 km long and that with normal kids and organised mothers can last up to 1-2 years.
I let them, once the roll was finished, draw on walls.
I let the 6 months old, with her crawling backwards leaving a trail of slime, get stuck underneath sofas and chairs until her older sister would shout at me: STUCK!!!!
I let her fall asleep, while chatting to herself, face down on the carpet. But also on tiles.
I let the worst of me take over, saying all the things you shouldn't' say to your children: stop it or I will take you to the dentist/policeman; if you don't brush your teeth they will fall; if you don't have a shower little creatures will come underneath your clothes; don't go there, there might be a MONSTERRRRR; eat these chickpeas, there are kids that don't have anything to eat; you are not my daughter anymore!!! (to which Mia - confused - always replies AND I'M NOT YOUR MOTHER ANYMORE!!).
I replied "wow, it's beautiful, my love" every time Mia asked me to look at something, without even looking at what she was talking about. "But mummy I asked you if a dog can have a bottom like a mermaid!. "Beautiful my love!". "But mummy, look at this dog!" "Beautiful my love!" and so on.
But then comes the night (and their father), and while they are both asleep - with those round little fists closed, or taking up the space of a whole double bed, - I go to smell them, in that little warm corner of skin and hair between the neck and the ear, performing that animal ritual that I immagine all the cows, mares and sows do every night with their puppies in the shed. That sniff of neck that, as somebody else said before me and better than me, happens while they sleep, because motherly love has to be a bit secret, a bit clandestine. I don't know why I do it, every night. Maybe to make peace, to apologise, to whisper that I will always be here. Maybe I do it to remember who I am, to recover the best of me.
Anyway, I smelled them. And they stunk, just like a cowshed. Of course._TIW