Il giorno che... Azz Zadie Smith!
Quei lunedì e martedì in cui si realizzano tutte le sincronizzate condizioni di un buongiorno!, riesco a portare Mia alla ludoteca dell’asilo dove può picchiare e/o cazziare altri mostriciattoli come lei sotto gli occhi terrorizzati delle loro madri, ma soprattutto tate.
Una gelida mattina di gennaio Mia inizia a contendersi lo scivolo con un bambino bianco, biondo e riccio almeno quanto lei. In panchina, ad osservare la solita scena, io rassegnata e una altrettanto rassegnata donna di razza mista (quale sarà mai il modo politicamente corretto per dirlo in italiano? Mulatta non si usa più?). Reduce dalla mia personale esperienza di aver concepito una bambina bianca e bionda con un mezzo africano, capisco subito che trattasi della madre e non di una tata. E questa in perfetto italiano mi dice: <Le parli solo in italiano alla tua bambina?>. Giusto il tempo di pensare “eccallà, un’altra vittima di Duolingo che vuole esercitarsi a parlare proprio con me stamattina”, che l’altissima mi dice che ha vissuto qualche anno a Roma, che sta leggendo l’Amica Geniale della Ferrante, ed è già al secondo libro, e lo legge in lingua originale (e io sto sempre a pagina 33 del primo). STIMA. Un’ora e un paio di risse tra nani dopo la saluto, “Oh piacere comunque, sono Zadie”. E io muta con la gocciolona di vergogna di Sailor Moon sulla fronte e la bocca aperta degli amici di Hugh Grant in Notting Hill quando capiscono che Anna Scott è praticamente Julia Roberts. Corro a raccontarlo al mio compagno carica come una molla: “Ma certo- dice lui - era a scuola con me, deve vivere da queste parti”. Ed è allora che cerco di pensare a personaggi di spicco della mia scuola e mi viene in mente Maria Piccone, biondissima figlia del boss locale che a soli 8 anni era già così forte da riuscire a trascinarmi per i capelli per tutta la mensa scolastica solo perché voleva la mia rosetta._TIW
The day that... shit, Zadie Smith!
On those lucky Mondays and Tuesday when there are all the premises for a Good Morning! I can take Mia to the playroom where she can beat and/or tell other little monsters off under the terrified eyes of their mothers, but most often nannies
On a cold January morning Mia begins to fight over a slide with a child as blond and curly haired as her. On the bench watching the usual scene, a resigned myself and an equally resigned mixed race woman (which will ever be the politically correct way to say it? Half cast no longer used?). Fresh from my personal experience of having conceived a white and blonde child with an half African, I guess that she is the mum and not the nanny. In perfect Italian, she tells me: ' Do you only speak Italian to your child?' . While thinking: "Here we go, another victim of Duolingo who wants to practice speaking with me this morning”, this tall woman tells me she lived in Rome for a few years, is reading My brilliant friend by Elena Ferrante and is already on the second book of the series and reading it in the original language (I'm still on page 33 of the first book) . R-E-S-P-E-C-T . An hour and a couple of fights between dwarfs later: " Oh nice to meet you, I’m Zadie". I'm struck dumb, mouth open like Hugh Grant’s friends in Notting Hill when they realise that Anna Scott is actually Julia Roberts. I run all excited to tell my partner : "Of course - he says - she was in school with me, must live in this area". At that point I can’t stop myself from thinking of prominent personalities from my school. I can only think of Maria Piccone, the very blonde daughter of the local crime boss who – at only eight years old - was already strong enough to drag me by my hair through the school canteen just because she wanted my bread roll._TIW