L'asilo nel parco. Ovvero: sono una mamma italiana apprensiva

Il girotondo allo zoo

Il girotondo allo zoo

Quando Mia è arrivata all'asilo col suo tutù color carta da zucchero tutto tempestato di stelline dorate, la bimba Paula le si è avvicinata e le ha detto:
-Ostia!
Che è l’esclamazione di sorpresa in spagnolo, anche se suona esattamente come l’imprecazione dei muratori bergamaschi e veneti.  
Non credo lo avessero mai visto un tutù nell’asilo hippie a cui ho iscritto Mia.

Quando ho spiegato al papà di Mia di che si trattasse, gli ho detto che è un asilo abusivo all’aria aperta, in un parco di Barcellona, dove quattro ragazze hippie con i pantaloni dal cavallo basso (i famosi pantaloni con la uallera) accolgono ogni giorno 15-20 bambini prima di trascinarli a mano per la città su quattro carretti, in uno dei quali c’è anche un cane, Bella, che una volta doveva essere stato bianco.
-Fantastico!
Ha urlato lui, dall'alto del suo essere cresciuto in Sudan con un asino al posto del triciclo e aver ricevuto a 6 anni 24 siringhe nello stomaco per essere stato morso dalla scimmia di casa che aveva la rabbia.

Invece a mia mamma ho detto che “è un asilo itinerante multiculturale!”, dove i bimbi sono per lo più figli di “expat” inglesi, americani, olandesi, italiani, norvegesi, ma che c'è anche qualche piccolo catalano e napoletano. Le maestre sono bravissime, una inglese, due catalane e un’americana. Un giorno si sta al parco a cantare filastrocche e a giocare nella terra, un giorno si va in spiaggia a fare castelli di sabbia e gavettoni, un giorno si va a dar da mangiare agli animali dello Zoo, un giorno si va in un museo hippie friendly per bambini. Tutti i giorni si fa il pisolino sull’erba, nel parco, sotto un albero di Magnolia gigante. Che poi è tutta la verità.
Io: Mamma capisci? La Magnolia che a te piace tanto, immaginati che figata! Natura, Cultura, Felicità!
Madre: Sì ma quando piove?
Io: Ma no, mamma, a Barcellona mica piove!
Il pranzo e la merenda li prepara un’altra hippie, una chef vegana che ha molta fantasia: con un centesimo degli ingredienti a mia disposizione riesce a inventarsi ogni giorno una ricetta diversa. Chissà se a Mia mancheranno i miei bastoncini Findus.
Madre: Ma tu non litighi sempre coi vegani?
Io: Ma no, basta non mettersi a parlare del tofu OGM.
Madre: E le proteine?
Io: Ma la sera le farò il pesce o la carne. (O i bastoncini)
Alla vigilia del primo giorno di scuola non ho chiuso occhio. Immaginavo che me la perdessero e già vedevo la Sciarelli, in collegamento da Roma: “Ma perché si è affidata ad un asilo abusivo? Cosa voleva dimostrare, di non essere una mamma apprensiva italiana? Eh? Sulla pelle di sua figlia? Cosa l’ho scelta a fare io questa musica ansiogena per la sigla di Chi l’ha visto se a lei bastano un paio di anni all’estero per rinnegare le sue paranoie tradizionali?”.

Il pisolino sotto la Magnolia

Il pisolino sotto la Magnolia

Il giorno dopo Mia mi ha salutato senza una lacrima. Lei che all’asilo inglese, dopo 14 mesi di onorato servizio, ancora piangeva ogni mattina. Ho pensato di nascondermi in un cespuglio e spiarla. Poi, invece, mi sono messa a fare le prove per assicurarmi di essere raggiungibile su ogni telefono a mia disposizione. Dopo un’ora ho ricevuto una foto di Mia che costringeva altri bambini a fare un girotondo nello Zoo. Alle 14 una foto di lei che dormiva insieme ad altri nani sull’erba.
Avevamo superato un’altra prova.
Il secondo giorno, quando l’ho messa nel carretto, un bimbo ha iniziato a piangere innescando un effetto a catena. Dopo 2 minuti piangevano tutti. Un papà mi si è avvicinato:
Padre: Ah ma sei italiana pure tu! Io sono di Napoli e quella che piange è mia figlia, la tua qual è?
Io: La mia è quella che piange in quell’altro carretto, ma infatti ora vado via sennò non smette.
Padre: Sì sì anche io, ma che ne dici di nasconderci dietro quel pilastro per spiarle? Giusto per assicurarci che smettano di piangere.
Io: Sì, infatti, hai ragione._TIW

 

The nursery in the park: When you find out you are an apprehensive Italian mum

Mia alla ludoteca del parco

Mia alla ludoteca del parco

When Mia arrived with her sky blue tutu skirt studded with gold stars, the child Paula exclaimed:
-Ostia!
Which is the exclamation of surprise in Spanish, although it sounds exactly like something a bricklayer from Bergamo would say when he swears.
I don't think they had ever seen a tutu skirt in the hippie nursery in the park where I signed Mia up.
When I tried to explain to Mia's dad what it was, I told him that it is a not-legally-recognised outdoors nursery in a Barcelona public park, where four hippie girls wearing harem-style trousers welcome 15-20 children everyday, before they drag them around in four carts, one of which has a dog, Bella, who once used to be white.
-Great!
Said the man that has been raised in Sudan, that used to ride a donkey instead of a tricycle and that, when 6 year old, has been given 24 injections in his stomach after being bitten by his monkey that had rabies.
When I told my mum, instead, I said that "it is an itinerant multicultural nursery", that the children are sons and daughters of British, American, Dutch, Italian and Norwegian expats, but there are also some Catalan and some Neapolitan. The teachers are lovely: one English, two Catalan and one American. One day they stay in the park where they play in the soil and sing nursery rhymes, one day they go to the beach to make sandcastles and throw water balloons to each other, one day they go to feed the animals in the Zoo, one day the go to a hippie-friendly museum for kids.
Every day they nap on the grass, in the park, under a giant Magnolia tree. And it's all true, anyway.
Me: Mum you know? The Magnolia that you like so much, imagine how cool! Nature, Culture, Happiness!
Mum: Yes, ok. But when it rains?
Me: Oh come on, Mum, it doesn't rain in Barcelona!
Lunch and snacks are prepared by another hippie girl who is a vegan chef with a lot of imagination. With only one percent of the ingredients I could use, she is able to cook so many amazing recipes that I cannot remember the names. I wonder if Mia will miss my BirdEye fish fingers.
Mum: But don't you always quarrel with vegans?
Me: No, I just need to avoid talking to them about GMO tofu.
Mum: Where will she get proteins from?
Me: But I will cook meat and fish for dinner (or fish fingers).
On the eve of the first day of school I haven't slept. I was scared that Mia could get lost, and I imagined Federica Sciarelli, the tv presenter of the show "Missing", asking me: "But why did you trust a not legally recognised nursery? What did you want to prove, that you are not a typical apprehensive Italian mother? Huh? On your daughter's skin? So you are saying that the anxiety-producing music I chose as a theme of my tv show doesn't have any effect on you anymore after you spent a couple of years abroad? Are you denying your traditional paranoia?".
On her first day Mia kissed me goodbye without even a tear. The same girl that, after 14 months of distinguished service at the nursery in London, still used to cry every morning. I thought I could hide in a bush and watch her. Instead I started to test all my phones making sure they had service. After an hour I received a picture of Mia forcing the other kids to play ring-around-the-rosey in the Zoo. At 2pm a picture of her sleeping with the other dwarves on the grass.
We had passed another test.
The second day when I put her in the cart, another baby started crying creating a ripple effect. After 2 minutes they were all crying. A dad came up to me:
Father: Ah, you're Italian too! I am from Naples and that one crying is my daughter, which one is yours?
Me: Mine is the one who cries in the other cart, but I better leave otherwise she won't stop.
Father: Yes, yes, me too! But how about we hide behind that pillar to spy on them? Just to make sure they stop crying.
Me: Yes, indeed, you're right._TIW

Mamma voglio essere battezzata (da Doc di Ritorno al Futuro)

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A 9 anni ero dietro alla lavagna della mia scuola elementare a disegnare Creamy coi gessetti nell’ora di ricreazione con tre mie compagne di classe a cui cercavo di spiegare per l’ennesima volta che non potevo fare la comunione come loro perché non ero stata battezzata. Non ricordo esattamente cosa mi dissero - forse che avrei rischiato di non indossare mai un abito bianco a meringa in vita mia (infatti) - ma da quel momento mi sembrò fondamentale intraprendere una carriera cattolica regolare, passando per la ricerca di una comare di battesimo, l’iscrizione al catechismo, la scelta di un abito bianco a meringa e di un ristorante che facesse la torta Monte Bianco. Prima di iniziare il processo di normalizzazione dovevo parlarne con i miei genitori che riunii per l’occasione in cucina insieme a mia sorella di 6 anni. Loro non erano mai andati in chiesa se non per matrimoni, funerali e comunioni o per organizzare battaglie per il diritto alla casa insieme a un prete di sinistra che sapeva parlare a tutti, anche agli atei: Don Michele, che assomigliava così tanto a  Doc di Ritorno al Futuro che per anni ho creduto fossero la stessa persona. Sarete mica atei? Gli ho chiesto. Mah non proprio, ma volevamo che foste voi a scegliere se battezzarvi. Ci hanno detto. Possiamo farci battezzare da Doc? Ho proposto. Mi faranno dei regali d’oro? Ha chiesto mia sorella di 6 anni che oggi sta pensando di comprarsi la seconda casa mentre io sono ancora in affitto. Insomma Don Michele ci fece uno sconto famiglia sulle ore di catechismo e ci battezzò e comunicò nel giro di una settimana.

Doc Brown e Don Michele (foto originale da www.avellinesi.it)

Doc Brown e Don Michele (foto originale da www.avellinesi.it)

Oggi, 28 anni dopo, vivo con un compagno musulmano che ha un padre musulmano, tre sorelle musulmane che non hanno mai portato il velo e una madre cristiana. Qui a Londra conosco soltanto 4 bambini che sono stati battezzati e probabilmente mia figlia a 9 anni non avrà nessuna lavagna su cui disegnare con le compagne, ma sfoglierà pagine virtuali di uno schermo virtuale sospeso in aria come Tom Cruise in Minority Report. In 13 anni di scuola l’unico mio compagno con un nome strano era Ermes, mentre mia figlia all’asilo nido è in classe con Atticus, Rufus, August che è agosto e non Augusto, Kale che è cavolo, Noor che è una bambina. Anche mia figlia - come me - a un certo punto vorrà assomigliare ai suoi amici, e allora più che chiederci di farle fare la comunione probabilmente ci chiederà: perché non mi avete dato un nome hipster (o musulmano)? Oppure Perché non posso coprire i miei capelli con il hijab come le mie compagne preferite? Ma a giudicare dalla sua passione per gli chignon un altro giorno vorrà l’acconciatura degli indiani Sikh o i due boccoli che escono dalla papalina degli ebrei ortodossi. Perché a 9 anni la religione è più una questione estetica e tricotica che spirituale (o al massimo aurea, se si tratta di mia sorella).
Oggi al suo asilo ci hanno chiesto se preferiamo che lei non festeggi qualche ricorrenza religiosa, perché loro altrimenti le festeggiano tutte. Noi abbiamo risposto che deve festeggiare tutto, finché non saprà quello che davvero vuole festeggiare. E credo che a 9 anni ci arriverà più sicura di me a quell’ora di ricreazione con le sue amiche, sapendo che per avere due boccoli non deve fare un bat mitzvah e che se vuole un abito bianco a meringa basta chiedere, le presto il mio. Per il nome hipster niente da fare, troppo tardi._TIW

Mum I want to be baptised (by Doc Brown from Back to the Future)

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I was 9 years old and I was behind the blackboard of my elementary school drawing with three of my classmates  during playtime and I was trying to explain to them, again, that I could not have a holy communion like them because I had not been baptised. I do not remember exactly what they said - probably that I would never have another chance to wear a white dress (true so far) -  but on that day I realised that it was essential for me to finally start a regular career as a Catholic, through the search for a godmother of baptism, enrolment in the catechism, the choice of a meringue shaped white dress and of a restaurant that could make a Mont Blanc cake for dessert. Before starting this process of normalisation I had to talk to my parents who I summoned for the occasion in the kitchen with my 6 year old sister. They never went to church except for weddings, funerals and christenings or to organise fights for the right to public housing together with a leftist priest and friend, Don Michele, who looked like Doc Brown from Back to the Future. You are not atheists, are you? I asked them. Well not really, but we wanted you to choose whether to be baptised. They told us. Can Doc baptised us? I proposed. Will people give me gifts made of gold? Asked my 6 year old  sister (she is thinking of buying a second house while I'm still renting). So Don Michele gave us a family discount on the hours of catechism and baptised and gave us the first communion within a week.

Lo chignon dei Sikh

Lo chignon dei Sikh

28 years later I live with my muslim partner that has a muslim dad, three muslim sisters and a christian mother. Here in London I know only four children that were baptised and probably when my daughter will be 9 she won’t draw on a blackboard but flip virtual pages on a virtual screen in the air like Tom Cruise in Minority Report. In 13 school years my only classmate with a strange name was Ermes, my daughter is in nursery with Atticus, Rufus, August that is not a month, Kale that is not a cabbage and Noor that is a little girl. At some point - like me - she will want to identify herself with her friends, but rather than ask us for the first communion, she will probably come to me and her father to ask Why didn't you give me a hipster (or muslim) name like theirs? Or even Why can’t I cover my hair with the hijab like my favourite classmates? But judging by her passion for chignons she will probably want to have the Sikh’s hairstyle or two curls coming out the skullcap like Orthodox Jews. Because when you are 9 years old, religion is more a matter of looks and hairstyle than spiritual (or gold, if you are like my sister).

Today the nursery staff asked if we prefer our daughter to not celebrate any religious celebrations, because by default, they celebrate them all. We said that she has to celebrate everything, until she knows what she really wants to celebrate. So I believe that my daughter, at the age of 9, will be more confident than me while she draws with her classmates during the playtime. She will know that if she wants two curls framing her face she doesn't need a bat mitzvah, and if she wants to wear a white merengue shaped dress she only has to ask me, I can lend her mine. As for the hipster name, sorry; too late._TIW